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Cade un mito. il nuoto non cura la scoliosi ma l’aggrava.

Recenti ricerche condotte dall´istituto scientifico italiano sulla colonna vertebrale, Isico, sfatano il mito “nuoto: sport completo, curativo e perfetto”.
Da anni ed anni si è sempre detto che il nuoto avesse effetti benefici sulla salute delle persone, in particolare sulla schiena, talvolta addirittura curativi, perfino sulle scoliosi.
Gli studi presentati all´International Society for the Study of the Lumbar Spine affrontavano il tema del nuoto e della scoliosi e smentivano molte tesi, portando alla luce dei dati che dimostravano come la pratica di questo sport potesse anche peggiorare le curve della schiena o addirittura indurre il mal di schiena.
La ricerca ha messo a confronto 112 nuotatori agonisti che si allenano 4-5 volte alla settimana con 217 studenti di età simile non praticanti sport o al massimo a livello amatoriale: il risultato, a dir poco sorprendente, è stato che i praticanti presentavano delle asimmetrie del tronco più accentuate ed erano ipercifotici (aumento del tono muscolare), di conseguenza con una frequenza maggiore di dorsi curvi e mal di schiena.
Il nuoto è una disciplina sportiva che si svolge in un ambiente antigravitario rappresentato dall´acqua, e lo stare in acqua implica delle forze e delle pressioni sul nostro corpo sostanzialmente diverse ed inferiori rispetto a quando ci troviamo fuori; pertanto la schiena andrà a subire un generale collasso della sua muscolatura e risentirà del dislivello di forza tra i suoi muscoli erettori e quelli degli arti, che invece saranno più allenati.
Lo sport perfetto non esiste e la scelta va presa in base alle esigenze del bambino, ragazzo o adulto che sia; va tenuto sempre presente che ciò che lega lo sport al mal di schiena è la qualità del movimento e il rapporto tra quantità e intensità dell’allenamento stesso.
Evidenziati e smentiti alcuni principi è comunque doveroso dare credito anche a quelli che sono gli aspetti positivi di questa disciplina. Seppur in misure differenti, ad ogni modo impegna globalmente le nostre masse muscolari richiedendo al tempo stesso un adeguato intervento cardiocircolatorio e respiratorio. È inoltre un´attività intrinsecamente divertente e allo stesso tempo rilassante, il che non guasta. A livello amatoriale, come qualsiasi sport praticato 1 o 2 volte al settimana non è causa di problemi, anzi. Resta il fatto che talvolta non si rivela terapeutico di fronte a delle patologie.
L’assenza di movimento è dannosa per la nostra schiena, ma anche l’eccesso di sport e la sua pratica non corretta e non adattata alla persona può essere causa di problemi posturali.
Per ogni sport è molto utile eseguire delle attività di compenso posturale specifiche per quello sport, che possano evitare problemi e complicanze per la schiena, aiutando il corpo a raggiungere e mantenere il giusto equilibrio che è la base della salute di ogni atleta agonista e amatoriale.

[Fonte http://www.trapaniok.it/18288/Salute-trapani/le-ricerche-rivoluzionarie—nuoto-e-scoliosi#.VsMdRvnhBdg]

 

 

 

 

 

 

 

Runner athlete running on forest trail. woman fitness jogging workout wellness concept.

Mal di schiena? Devo evitare la Corsa?

Se poi chi ne soffre è un runner, il pensiero di non poter più praticare la sua attività preferita diventa un incubo. Ma “Non esistono controindicazioni assolute alla corsa per il soggetto lombalgico.”

Anzi gli ultimi studi scientifici affermano l’esatto contrario, in uno studio condotto nel 2016 sono stati presi in esame tre gruppi di persone in assenza di patologia, 1 gruppo sedentario, un altro che mediamente correva 20km alla settimana ed uno più di 50km alla settimana, sono stati sottoposti a risonanza magnetica del rachide lombare e ed è stato preso in esame l’irrorazione dei 5 dischi e la distanza vertebrale, questi gruppi sono stati riesaminati dopo 5 anni, e d è emerso che chi correva aveva i dischi più irrorati ed una maggior distanza tra vertebra e vertebra.

Quindi viene sfatata la credenza che la corsa sia traumatica per la schiena e che sià una disciplina ottima per la nostra colonna vertebrale.

Ovviamente per praticare qualsiasi sport prima dobbiamo essere in grado di poterlo affrontare con i giusti mezzi e sopratutto senza alcun fastidio o dolore che si presenti durante il riposo o l’attività perchè quello è un campanello d’allarme che qualcosa non stia funzionando bene e quindi il rischio di sovraccaricare l’apparato muscolo-scheletrico e la conseguente comparsa del dolore o blocchi articolari (colpo della strega).

 

Ecco dunque alcuni semplici informazioni per continuare a correre felici rivolte a chi ha a cuore la salute della propria schiena:

1. Non c’è uno sport più indicato degli altri per chi ha mal di schiena, nemmeno il nuoto.

2. In caso di dolore acuto improvviso, sospendere l’attività per quattro, cinque giorni.

3. Se il dolore persiste, non arrendersi, ma rivolgersi ad uno specialista in patologie vertebrali e, con il suo aiuto si potrà riprendere a correre.

4. Mantenere un’adeguata mobilità della colonna vertebrale ed una buona tonicità di muscoli addominali e lombari con esercizi mirati.

5. Molto spesso il mal di schiena è causato dallo stress. Condurre una vita tranquilla è il primo di tutti i consigli.

 

 

Dott. Stefano Contri

 

Bibliografia

Xu, J., Lombardi, G., Jiao, W. & Banfi, G. Effects of Exercise on Bone Status in Female Subjects, 
from Young Girls to Postmenopausal Women: An Overview of Systematic Reviews and Meta-Analyses. 
Sports Med. 46, 1165–1182 (2016)

 

 

 

 

 

 

 

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Problemi di cuffia??

Se la spalla fa male la causa potrebbe essere una lesione a livello della cuffia dei rotatori, struttura formata da 4 tendini che concorrono al movimento dell’articolazione nei vari piani dello spazio. Già dopo i 35-40 anni è facile che inizi un processo di usura a carico di queste strutture tendinee. «Fino a un terzo della popolazione è destinato ad andare incontro, prima o poi nella vita, a lesioni della cuffia dei rotatori — spiega Alessandro Castagna, responsabile dell’Unità di chirurgia della spalla dell’Istituto Clinico Humanitas di Milano —. Questa predisposizione è probabilmente dovuta al fatto che i tendini della cuffia sono sovrautilizzati rispetto alle loro dimensioni. Il tutto può essere letto anche in chiave evoluzionistica: nei nostri avi, che camminavano a quattro zampe, la spalla era come un’anca, che poi, con il passaggio alla stazione eretta, ha dovuto cambiare tipo di movimenti, svolgendo compiti per quali non era stata “pensata”».

Che cosa provoca le lesioni alla cuffia dei rotatori?
«Traumi, usura o entrambi i fattori. Il sintomo più caratteristico è il dolore alla spalla, irradiato al braccio (ma non all’avambraccio), che aumenta con lo sforzo e di notte. In genere, il tendine più coinvolto per rottura è il sovraspinato. Con il passare del tempo, se non si interviene in alcun modo, c’è il rischio che la rottura si estenda ad altri tendini e si giunga a una progressiva perdita di funzione della spalla. Ecco perché è sempre meglio non sottovalutare un dolore alla spalla che persiste. La diagnosi di lesioni alla cuffia dei rotatori può essere fatta in una visita specialistica nella quale si eseguono alcune manovre per individuare la sede della lesione e la sua entità. Tuttavia possono rendersi necessari ecografia, e risonanza magnetica».

Quali sono le cure possibili?
«Se la lesione riguarda un solo tendine, di solito il trattamento è inizialmente conservativo, basato su riposo, antinfiammatori, fisioterapia. E i risultati sono in genere molto buoni. Se il processo degenerativo si cronicizza o c’è un trauma importante, può essere preso in considerazione un approccio chirurgico.

La tecnica chirurgica che va per la maggiore è quella artroscopica, a patto di affidarsi a specialisti competenti. L’intervento non è molto complesso, ma è impegnativa la fase post-operatoria perché bisogna lasciare ai tendini il tempo per guarire». (Antonella Sparvori per Corriere.it)

 

 

 

 

 

 

Digital composite of Highlighted spine pain of man

Quali sono i Simtomi della Cervicale?

I disturbi connessi alla cervicale sono molto frequenti nella popolazione, tuttavia, sono ancora più spesso ignorati o classificati di poco conto, nonostante possano causare ernia cervicale o artrosi cervicale.

Quelli che vengono considerati come dei sintomi appartenenti al nostro tempo e frutto di uno stile di vita troppo sedentario, non sono messi al pari di una malattia grave. Eppure, la cervicale può causare delle condizioni di estremo disagio, come difficoltà di movimento, ma anche vertigini e dolore esteso. Ecco quali sono i sintomi, i trattamenti e i modi migliori per affrontare questo disturbo.

Quali sono i sintomi della cervicale?

La cervicalgia, ossia il disturbo connesso alla cervicale, viene avvertito molto spesso come un forte dolore all’altezza di collo e spalle, quindi lungo il tratto cervicale della colonna vertebrale.

Tuttavia, la cervicalgia può provocare non solo dolore e rigidità al collo, ma anche le vertigini, che sono un sintomo particolarmente invalidante. Tale sensazione può essere causata da uno scompenso nella normale funzionalità della circolazione e dei fasci nervosi dell’area.

Infatti, quando la muscolatura è troppo contratta, vene e arterie subiscono una forte pressione, causando una riduzione del flusso sanguigno al cervello. Di per sé, questa condizione non può provocare ipossia, perché l’area cerebrale prende l’apporto di sangue anche da altri vasi sanguigni, tuttavia questa forte contrattura può essere fonte di giramenti di testa.

Inoltre, secondo determinati studi, la rigidità e il dolore porta a una riduzione della normale coordinazione tra occhio e orecchio. Pertanto, il disagio della cervicale può influire sul movimento dei liquidi nell’orecchio responsabili dell’equilibrio.

Altri sintomi di un disturbo alla cervicale sono:

  • infiammazione delle articolazioni cervicali;
  • irritazione del nervo;
  • formicolio degli arti;
  • mancanza di forza negli arti.

Quali sono le cause della cervicale?

Nella maggior parte dei casi, i dolori cervicali sono causati da un problema dei dischi intervertebrali, cioè dal cosiddetto cuscinetto che separa le vertebre. Questo cuscinetto ha una consistenza liquida, che tuttavia nel tempo tende a disidratarsi e a scivolare fuori dalla sede naturale, provocando una compressione delle radici nervose che fuoriescono dal midollo del tratto cervicale.

Altre cause della cervicale sono:

  • stress, a causa del quale i muscoli del corpo tendono a irrigidirsi;
  • guida, specie su lunghi tratti, influisce negativamente su collo e spalle e provoca mal di schiena lombare;
  • lavoro, specie il lavoro di tipo sedentario, come quello da ufficio, è fonte di posizioni scorrette su sedia e scrivania, con la testa in genere china su documenti o computer.

Per questi motivi la cervicalgia è considerata una malattia frutto del mondo moderno.

Cosa fare in caso di cervicale?

La cura della cervicalgia mira più alle cause che ai sintomi che hanno provocato la malattia, come rigidità muscolare, infiammazione e postura sbagliata.

In genere, il trattamento è caratterizzato da una terapia farmacologica e, nei casi necessari, da esercizi posturali e distensivi per i muscoli, eseguibili con uno specialista in fisioterapia.

Fisioterapia per la cervicale

La fisioterapia negli ultimi anni ha fatto molti passi avanti nella cura della cervicalgia, creando delle terapie ad hoc per i disturbi connessi alla cervicale, con:

  • Manipolazioni fasciali, per sciogliere i muscoli riducendo dolore, fastidio, vertigini, mal di testa, emicranie, mal di schiena;
  • Rieducazione posturale, per corregge l’errata postura, causa del dolore cervicale, dando un miglior equilibrio di tutto l’apparato muscolo scheletrico. (di Roberta Nazaro).

 

 

 

 

 

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Come dormire se soffriamo di mal di schiena lombare: tutte le posizioni giuste!

La lombalgia non riguarda solo la vita quotidiana, spesso disturba anche il sonno. Posizioni inadeguate provocano dolore durante la notte o appena ci si risveglia. La dottoressa Monia Lusini, ortopedico specialista di Isico (Istituto Scientifico Italiano Colonna Vertebrale), ci aiuta a capire quali sono le migliori posizioni se si soffre di questo disturbo.

Dormire sulla schiena con un cuscino sotto le ginocchia

Dormire a pancia in su è solitamente considerata la migliore opzione per una schiena sana. Questa posizione distribuisce uniformemente il peso su tutta la superficie del corpo. Inoltre, minimizza i punti di pressione e garantisce un buon allineamento testa, collo e colonna vertebrale. Ma a volte il dolore lombare ostacola questa scelta, così si può provare a posizionare un cuscino sotto le ginocchia per aiutare a rilassare la muscolatura lombare portando la colonna in delordosi. Per la testa, utilizzare un cuscino non troppo spesso per non mettere a dura prova collo e schiena.

Dormire sul fianco con un cuscino tra le ginocchia

Sebbene giacere sul fianco è una posizione di sonno popolare e comoda, può mettere la spina dorsale fuori allineamento. Questo può affaticare la parte bassa della schiena. È possibile farlo però apportando una facile correzione con un cuscino posto tra le ginocchia. Ciò solleva la parte superiore della gamba, ripristinando l’allineamento naturale dei fianchi, del bacino e della colonna vertebrale. Per la testa, considerate di usare un cuscino piuttosto spesso. Per il miglior supporto, dovrebbe riempire completamente lo spazio tra il collo e il materasso.

Dormire in posizione fetale

Per le persone con ernia del disco, la posizione fetale rannicchiata può portare sollievo durante la notte. Questo perché giacere sul fianco con le ginocchia vicine al petto riduce la flessione della colonna vertebrale e aiuta ad allungare le vertebre.

Dormire sulla pancia con un cuscino sotto lo stomaco

Dormire a pancia in giù è erroneamente considerata la peggiore postura del sonno. Invece è un’ottima scelta per il tratto lombare, da evitare solo se provoca dolore, anche cervicale (a causa della testa ruotata). È possibile migliorare il comfort per la schiena posizionando un cuscino sottile sotto lo stomaco e i fianchi per aiutare l’allineamento della colonna vertebrale, ma solo in presenza di dolore. Meglio usare un cuscino piatto per la testa o dormire senza.

Dormire sulla pancia con la testa dritta

Un motivo per cui dormire a pancia in giù è a volte considerato negativo è perché la testa di solito si gira da un lato. Questo torce la colonna vertebrale e pone stress su collo, spalle e schiena. Per evitare questo si può provare ad appoggiare la faccia su un piccolo cuscino solido o un asciugamano ben arrotolato per sostenere la fronte, lasciando uno spazio per respirare tra la bocca e il materasso, un po’ come si fosse sui lettini da massaggio.

Dormire sulla schiena in posizione reclinata

Dormire in posizione reclinata può favorire il dolore lombare, in particolare nelle persone con spondilolistesi istmica. Ma se si riscontra un notevole sollievo dal riposo in una posizione reclinata, può valere la pena investire in un letto regolabile che può essere posizionato di conseguenza. (Corriere della Sera, Silvia Turin)

 

 

 

 

 

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Rieducazione Posturale, cosa c’è da sapere!

La rieducazione posturale è una tecnica di terapia manuale utilizzata dalla Fisioterapia per la cura conservativa e non cruenta dei disturbi muscolo-scheletrici, vi sono varie tecniche tra le più riconosciute RPG Souchard , Mézières, Raggi.

Principi teorici

Alla base della rieducazione posturale vi è la teoria delle catene muscolari, definite come le macro unità funzionali che raggruppano diverse strutture (muscolari, tendinee, ligamentose e fasciali) e sono caratterizzate da azioni e funzioni motorie comuni e/o sinergiche.

La tecnica prevede una specifica metodica di valutazione del paziente strettamente legata al trattamento riabilitativo, che sarà individuale e personalizzato in base alla storia clinica.

Indicazioni

Questa tecnica, studiata per l’applicazione in patologie della colonna vertebrale, tra cui il dolore lombare acuto e cronico, dolori cervicali e cervico-brachiali (dolori che si irradiano alle braccia) e nello sviluppo della muscolatura toraco-addominale, permette di ottenere un riequilibrio funzionale dell’apparato muscolo scheletrico portando la postura del soggetto alla naturale fisiologia, con la conseguente scomparsa o riduzione della sintomatologia.

 

Dott. Stefano Contri

 

 

 

 

 

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Mal di schiena, quasi inutili i farmaci antinfiammatori!

I comuni farmaci antinfiammatori, come aspirina e ibuprofene, sono “quasi completamene inutili” contro il mal di schiena, che è considerato la maggiore causa di disabilità nel mondo. E’ quanto emerge da una analisi di 35 sperimentazioni randomizzate, che hanno coperto oltre 6000 persone che usavano antidolorifici antinfiammatori. Condotta dal George Institute for Global Health di Sydney, ha rivelato che i farmaci noti collettivamente come ‘non-steroidal anti-inflammatory drugs’, o NSAIDs, offrono benefici appena superiori ai placebo.

Lo studio, pubblicato su Annals of the Rheumatic Diseases, indica che su 6 pazienti trattati con farmaci antinfiammatori solo uno ha ricevuto benefici clinicamente importanti nel breve termine. E i benefici erano superati da gravi effetti collaterali, come ulcere gastriche e sanguinamento. “La nostra analisi di sicurezza farmaceutica rivela che i NSAIDs aggravano il rischio di effetti collaterali intestinali di due volte e mezzo rispetto ai placebo”, scrivono i responsabili dello studio, Manuela Ferreira e Gustavo Machado.

Due anni fa una simile ricerca degli stessi studiosi aveva concluso che il paracetamolo – da tempo raccomandato come farmaco di prima scelta per il dolore vertebrale – ha scarso effetto analgesico mentre quasi quadruplica l’incidenza di funzioni epatiche anormali.

Gli antidolorifici non sono una risposta al dolore alla schiena, avvertono i ricercatori. “I risultati mettono in luce la necessità urgente di sviluppare nuove terapie e di dedicare più attenzione alla prevenzione” aggiungono. L’attività regolare aiuta a tenere lontano il dolore alla schiena e le persone dovrebbero scegliere l’esercizio che piace loro di più. Quando il dolore colpisce, di solito scompare entro un paio di settimane, ma se persiste, gli studiosi raccomandano la fisioterapia. (Ansa.it)

Un approccio fisioterapico specializzato a risolvere l’origine del mal di schiena che ha innumerevoli fattori scatenanti , (sedentarietà, vizzi di postura, colpi di frusta recenti o passati, ereditarietà, attività lavorative usuranti…) attraverso tecniche ti terapia manuale e rieducazione alla postura corretta con risultati che perdurino nel tempo,permettendo di affrontare la propria vita lavorativa e quotidiana al meglio ma sopratutto senza dolore!  

 

Dott. Stefano Contri

 

 

 

 

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Sfatiamo un mito sulla Fisioterapia! I Nervi si Accavallano?

I nervi grazie al cielo non si Accavallano!

Nel linguaggio comune abbiamo sentito dire tante volte magari dai nostri Nonni o zii “Oddio mi si è accavallato un nervo del collo e con la mano si andavano ad auto massaggiare la zona dolorante”

Si parla di nervo accavallato, in quanto le persone toccando la zona dolente, avvertono un dolore pungente, intenso, e spesso un dolore riferito in una zona adiacente. Infatti, fortunatamente, ai nostri giorni è possibile catalogare tali punti grilletto (in inglese Trigger Point), e trovare un possibile trattamento per ognuno di loro.

Cosa è una contrattura muscolare?

La contrattura muscolare è una particolare area di un muscolo che subisce un funzionamento errato, e durante la fase di rilasciamento di tutto il muscolo, non segue l’andamento globale, e rimane invece contratta. Tale stato, è caratterizzato da un indurimento muscolare (contrattura), che al tatto può apparire scivoloso quasi come se nel tessuto sia presente un vero e proprio accavallamento, da qui il termine Nervo accavallato.

Quindi il Nervo Accavallato non esiste?

Diciamo che forse non si accavallano i nervi, che invece rimangono fissi al loro posto, magari subendo un trauma o una compressione, ma di certo la sensazione è quella di avere un dolore fisso, che per alcuni può essere simile a quella sensazione di irritazione nervosa.

Quali sono le aree maggiormente colpite dai nervi Accavallati?

Abbiamo sicuramente una mappa dei trigger point più comuni, con le aree di maggior dolore e dolore riferito, che può essere evocato grazie alla semplice palpazione, nell immagine troviamo i punti del Trapezio e del collo maggiormente colpiti.

Cosa fare?

Esistono davvero molti approcci, e in Fisioterapia troviamo davvero molti rimedi validi e risolutivi.

Per prima cosa è fondamentale individuare la  vera causa di una contrattura muscolare, andando ad eseguire una valutazione posturale, per individuare eventuali criticità o vizzi di posizione, e possibili sovraccarichi che alla lunga possono determinale la comparsa della contrattura.

Si valuta lo stile di vita del paziente, e la posizione lavorativa, oltre ad eventuali errori nell’esecuzione di alcuni esercizi nella pratica sportiva ed infine anche una valutazione dell’articolazione temporo mandibolare che risulta essere in stretta collaborazione con la muscolatura del collo.

Generalmente poi si procede con una valutazione manuale del problema, mediante palpazione della contrattura muscolare.

Individuata l’area, si procede al trattamento fisioterapico.

Si possono approcciare i nervi accavallati, mediante uso delle mani grazie ad un trattamento di tipo fasciale, che risulta un minimo dolorosa, ma molto efficace, dopo di che individuata la causa del gesto motorio o posturale si passa alla correzione riportando il giusto equilibrio muscolo scheletrico necessario.

 

Dott. Stefano Contri

schiena

Dolori in Autunno…

Da pochi giorni è arrivato l’autunno con il freddo e l’umidità e con questi anche l’indolenzimento di ossa e muscoli tipico di questa stagione. Quali rimedi naturali contro questi sintomi?

Prima di tutto una precisazione. C’è una grossa differenza tra artrite e artrosi, con la parola artrosi si indica il processo degenerativo di ossa e articolazioni, con il termine artrite si indica che queste strutture sono effettivamente infiammate.

Questo spiega perché non è detto che l’artrosi causi necessariamente dolore, che compare solo quando le articolazioni si infiammano e allora si parla di artrite.

Una volta scoperto la causa del dolore e sconfitta grazie alle cure del caso un corretto stile di vita sia il modo migliore per combattere i dolori articolari dell’autunno e fare in modo che l’attività fisica sia parte integrante della propria quotidianità.

Fare movimento permette di mantenere un tono muscolare adeguato utile per stabilizzare le articolazioni e ridurre il dolore.

Non è necessario correre tutti i giorni la maratona o fare 3 ore di palestra, è sufficiente fare una passeggiata a passo svelto in pausa pranzo, un po’ di cyclette davanti al telegiornale la mattina appena svegli o una nuotata in piscina, la  frequenza ideale 2-3 volte alla settimana per almeno 30 minuti.

 

Dott. Stefano Contri

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Applicazioni calde contro i tuoi dolori

Le applicazioni calde sono un rimedio naturale con i dolori grazie all’effetto rilassante sui muscoli e alla stimolazione della circolazione. L’utilizzo del calore è indicato in caso di:

  • Cervicalgia.
  • Lombalgia.
  • Tensioni muscolari croniche.
  • Dolore muscolare in regioni lontane dalle articolazioni.
  • Mai su di un trauma acuto.

Pericoli del caldo nelle lesioni da trauma:

  • Ustione
  • Flebite, aumento del rischio di trombosi venosa agli arti

L’applicazione del calore come antidolorifico prende il nome di “termoterapia ”. Il caldo viene trasmesso attraverso la pelle fino ai muscoli e alle ossa, riducendo o evitando la trasmissione dei segnali di dolore al cervello. La termoterapia dona un effetto lenitivo e “anestetico”’ alla parte interessata, ed è facile da realizzare.

Come preparare un impacco caldo (termoterapia domestica)

Per preparare un impacco caldo, è necessaria l’applicazione della borsa d’acqua calda o dei sacchetti di cereali (generalmente grano, farro, riso) scaldati nel forno.

Un impacco caldo si può preparare anche con cataplasmi ai fanghi, con argille ed erbe, sale “anti-infiammatorio naturale”.

Appoggiare l’impacco sulla parte dolente per almeno 15-20 minuti, ripetendo più volte al giorno in caso di dolore acuto.

 

Bbliografia:

Bleakley, McDonough, The Use of Ice in the Treatment of Acute Soft-Tissue Injury The American Journal of Sports Medicine 2004

 

Dott. Stefano Contri

 

Postura 2

Una Postura corretta, indispensabile per mantenersi in ottima forma!

Avere una postura corretta, sia in piedi che seduti, permette di prevenire o interrompere quelle posizioni che esercitano un sovraccarico alle strutture dell colonna vertebrale aiutando a risolvere dolori, fastidi che potrebbero instaurasi con il passare dei giorni.

Ma quale è quella definibile “corretta”?
Quali sono le problematiche che possono evidenziarsi se non si sta “dritti”?
Quali sono le cause che possono portare a modificare la seduta o il portamento?
Quali sono i sintomi a cui prestare attenzione?

Non è così semplice, per questo è meglio conoscere anche quali possono essere le conseguenze nel trascurare il nostro fisico.

Quale è la postura corretta?
Anche se sin da bambini ci sentiamo dire “stai dritto” e poi in parte ce ne dimentichiamo, forse è meglio capire quale è la giusta posizione delle parti del nostro corpo quando stiamo in piedi o camminiamo o quando siamo seduti.
Nei primi due casi, le spalle devono essere ben aperte ma rilassate che “cadano” naturalmente verso il basso. Come se si avesse una linea perfettamente perpendicolare dove sono allineati orecchio, spalle, gomiti, ginocchia e centro del tallone, la “pancia sarà in dentro” ed il “petto in fuori”, potrete aiutarvi contraendo i glutei. Anche il collo deve essere dritto, bisogna guardare perfettamente in avanti. Se siete fermi in piedi, il peso deve essere bilanciato centralmente, divaricate quindi lievemente i piedi per aiutarvi.
Se invece siete seduti, niente gambe accavallate, sedetevi appoggiando i lombi allo schienale o potete aiutare la postura posizionando un cuscino dietro la schiena. Preferite una sedia con i braccioli regolabili, se state molte ore seduti, dove appoggiare i gomiti e il video del pc deve essere alzato abbastanza da tenere la testa dritta.

Sintomi di una postura scorretta
Fate molta attenzione ai primi sintomi che potrebbero essere segnali di una postura non corretta, questo per evitare che i problemi si cronicizzino arrivando ad ernie e lombalgie croniche. Qualsiasi tensione si verifichi nella schiena, ma anche nel collo non va sottovalutata. Piccoli dolori ai lombi o alle scapole sono anch’essi sintomi da poter ricollegare ad una posizione sbagliata.

Dott. Stefano Contri

 

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Torcicollo

Un disturbo molto comune e frequente che si manifesta con un dolore acuto e rigidità causati essenzialmente da una contrattura dei muscoli laterali del collo; spesso è accompagnato da cervicalgia e brachialgia, solitamente i sintomi tendono a ridursi nel corso di alcuni giorni.

La patologia può manifestarsi per diverse cause che possono essere traumatiche e non, causata da  posture scorrette protratte nel tempo, colpi di freddo, posizioni scorrette durante il sonno, movimenti bruschi con il collo, ernia del disco ect…

Si possono riconoscere tre tipi di torcicollo:

– TORCICOLLO MUSCOLARE:

  •  Reumatismi.
  •  Artrosi.
  •  Infezioni.
  •  Artrite.
  •  Colpo di freddo.

– TORCICOLLO SINTOMATICO:

  •  Emicrania.
  •  Otite.
  •  Problemi alla tiroide.
  •  Paralisi.

– TORCICOLLO CONGENITO (molto raro):

  • Malformazioni ossee durante la gestazione.

 

 

Dott. Stefano Contri

 

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